quarta-feira, 4 de novembro de 2015

La foresta della sylphide






Ci sono tante idee impossibili da scrivere. Perché non si ha voglia di dipingere la nuova realtà. La nuova realtà è lo stesso sogno che a volte cambia l'impossibilità di

Impossibilità da dire. Sempre. A volte. Raramente. Spesso. Di solito.

Non dire niente. Cambieremo argomento e lingua.

Desvie o olhar. Desvie sempre. Não diga nada. Não diga nunca. Desvie a direção. Desvie sempre. Tudo que já foi escrito. Desvie mais uma vez.

La spettatrice. L'attrice. La regista. Bastet. Pamina. Colette.

La regina Myrtha ritorna nei sogni di Colette (e Socrate l'ha sognata anche).

Ma non dicono niente e lo sguardo - lo sai - fugge. E tutte le parole fuggono ogni giorno e sera. E pomeriggio anche. Tutto il giorno si fa silenzio nella stanza. Attualmente. Ognuno si occupa di sé stesso. I giochi delle gatte - Cristina faceva la principessa e diceva "I long to escape my destiny"... Cristina è ancora la fidanzata di Bastet e le piace sapere che esisté una regina svedese e anche un film col suo nome...

"Sarebbe venuta volentieri" - lei ha detto -  "ma ha dovuto lavorare". "E che lavoro fa?" - hanno chiesto. E lei ha risposto: "È sognatrice e poetessa." E quindi hanno detto - "ma no!, questo non è un lavoro! Tutti sognano e chiunque può scrivere un poema, anche noi..." E lei ha sospirato due volte e li ha lasciati e poi ha telefonato alla sua amica.

La vita dei gatti. La vita degli umani. La danza classica. Le parole. La giornalista sembrava una ballerina e la ballerina sembrava un sogno e poi la cantante sembrava sincera e il gatto sembrava un re. Il regno delle parole. Le ombre. La foresta della sylphide.

Ghiacciata.

"Avrei risposto volentieri, anche se mi sembra dificile" - lei ha detto - "ma nessuno mi ha domandato e quindi sono rimasta in silenzio..."

E basta.

Liz Christine

Nenhum comentário: