quarta-feira, 2 de dezembro de 2015

Dicembre




Non è che non ti piaccia la solitudine ma bisogna che tu creda nelle virgolette. Non è che Lei non sappia scrivere - è che quelle favole Le sembrano impossibili da tradurre. E allora, cosa facciamo? Le parole sono bloccate. Il Natale scorso eravamo felici. Quest'anno c'è una depressione nell'aria. C'è il profumo del caffè. Sempre. Tutto il giorno, ogni momento. Siamo allegri, vorremmo più caffè. Siamo depressi, vorremmo più caffè. Non parleremo di politica. Parleremo della fata che si è fatta suora. Lasceremo questa voce-plurale. Tu, solamente tu, piace a te che io sia solamente una, ma sono tre - e anche più - ma non fregartene. Lo capirai tra cinque giorni. E lo capirò anch'io. Perché adesso non capisco niente. Isotta mia, Isotta mia (...).

Raccontami la tua storia, Isotta mia... Non hai voglia di raccontarmela? Non c'è problema. Anch'io non vorrei scrivere. Ma scrivo ancora. Perché?

Andiamo, andiamo. Ce ne andiamo.

Tra cinque giorni lo saprai. Il silenzio non finisce mai.

Ma è già finito. Ho sentito una canzone lontana.

La depressione sarebbe finita se Lei avesse creduto nelle virgolette (...).

Facciamo una pausa caffè.

Liz Christine

quarta-feira, 4 de novembro de 2015

La foresta della sylphide






Ci sono tante idee impossibili da scrivere. Perché non si ha voglia di dipingere la nuova realtà. La nuova realtà è lo stesso sogno che a volte cambia l'impossibilità di

Impossibilità da dire. Sempre. A volte. Raramente. Spesso. Di solito.

Non dire niente. Cambieremo argomento e lingua.

Desvie o olhar. Desvie sempre. Não diga nada. Não diga nunca. Desvie a direção. Desvie sempre. Tudo que já foi escrito. Desvie mais uma vez.

La spettatrice. L'attrice. La regista. Bastet. Pamina. Colette.

La regina Myrtha ritorna nei sogni di Colette (e Socrate l'ha sognata anche).

Ma non dicono niente e lo sguardo - lo sai - fugge. E tutte le parole fuggono ogni giorno e sera. E pomeriggio anche. Tutto il giorno si fa silenzio nella stanza. Attualmente. Ognuno si occupa di sé stesso. I giochi delle gatte - Cristina faceva la principessa e diceva "I long to escape my destiny"... Cristina è ancora la fidanzata di Bastet e le piace sapere che esisté una regina svedese e anche un film col suo nome...

"Sarebbe venuta volentieri" - lei ha detto -  "ma ha dovuto lavorare". "E che lavoro fa?" - hanno chiesto. E lei ha risposto: "È sognatrice e poetessa." E quindi hanno detto - "ma no!, questo non è un lavoro! Tutti sognano e chiunque può scrivere un poema, anche noi..." E lei ha sospirato due volte e li ha lasciati e poi ha telefonato alla sua amica.

La vita dei gatti. La vita degli umani. La danza classica. Le parole. La giornalista sembrava una ballerina e la ballerina sembrava un sogno e poi la cantante sembrava sincera e il gatto sembrava un re. Il regno delle parole. Le ombre. La foresta della sylphide.

Ghiacciata.

"Avrei risposto volentieri, anche se mi sembra dificile" - lei ha detto - "ma nessuno mi ha domandato e quindi sono rimasta in silenzio..."

E basta.

Liz Christine

terça-feira, 3 de novembro de 2015

Algumas palavras



 
“Le sembra un mestiere da pazzi, il nostro?”
(Sei personaggi in cerca dautore, Luigi Pirandello)

Pirandello fala demais. Não falo do autor das peças que eu e meu irmão Sócrates estamos lendo. Terminamos de ler sete peças de teatro de Pirandello e pretendemos ler as outras, queremos ler todas mas estamos lendo aos poucos porque Sócrates ainda está relendo "A correspondência de Pierre Abelard e Heloise" e eu também tenho outros livros para ler por enquanto. Estávamos falando no início de outro Pirandello, sim, o gato Pirandello que fala demais e não sabe o que diz... O irmão de Adina, Pamina e Liù. Pamina é muito mais próxima de nós que suas irmãs e seu irmão. Na verdade, eu e Sócrates quase nunca o encontramos. Pamina nos visita e nos escreve frequentemente. Hoje não quero escrever. "Così è (se vi pare)" é um dos títulos do autor Pirandello mas esta não é a minha favorita. Não, não é. Devemos ter nossa própria opinião sobre as coisas, mas o gato Pirandello repete às vezes o que escuta de outros sem parar para pensar se as palavras procedem. Compraram uma nova ração em lata para mim, uma ração italiana, Gemon High Premiun (Monge). Mas gosto quando compram salmão na crosta do restaurante japonês. Hoje não quero escrever, repito, mas Sócrates me pediu algumas poucas palavras. Não estou inspirada. Mi sono annoiata perché vorrei riposare mentre ascolto qualche canzone. Quindi me ne vado. É deplorável falar da vida alheia? Sim, claro. Uma última frase da autoria de Pirandello (o escritor, não o gato):

“Lo sa quanto male ci facciamo per questo maledetto bisogno di parlare. Finché dentro di noi c’è un’incertezza, si dovrebbe stare con le labbra cucite. Si parla; non sappiamo neanche noi quello che diciamo...”
(Ciascuno a suo modo, Luigi Pirandello)

                                              assinado por Colette
Liz Christine